giovedì, Dicembre 12, 2024

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I grandi maestri del pianoforte nelle mani di Dmitry Shishkin al Teatro Bellini di Catania – il programma

Il 2 febbraio la platea del Teatro Massimo Bellini di Catania assisterà al recital del pianista russo Dmitry Shishkin. Appuntamento fissato alle 20:30 per un’immersione nelle più affascinanti pagine pianistiche dal tardo Barocco al Novecento. Per ulteriori informazioni e per acquistare il vostro biglietto, vi invitiamo a visitare questo link. Proponiamo di seguito una guida all’ascolto per lo straordinario programma proposto dal pianista russo.

Il programma

Una lista di grandi maestri del pianoforte figura nel programma scelto da Shishkin. Nella prima parte del programma, incorniciati dagli immortali Bach e Liszt, troviamo l’organista belga César Franck e il compositore tardoromantico Pëtr Il’ič Čajkovskij, noto più per le sue composizioni orchestrali che per quelle pianistiche. Una scelta molto interessante, dunque, quella di inserire il compositore de “Il Lago dei Cigni”. Nella seconda parte del recital, invece, Shishkin omaggerà la madre patria, con tre capisaldi del pianismo russo: Skrjabin, Rachmaninov e Prokof’ev.

“Ich ruf, zu dir, Herr Jesu Christ” (J. S. Bach)

“Ich ruf zu dir, Herr Jesu Christ” è una famosa composizione di Johann Sebastian Bach, inclusa nella sua vasta raccolta di lavori sacri. Quest’opera, traducibile in italiano come “Ti invoco, Signor Gesù Cristo,” è un’importante esempio della maestria di Bach nella composizione di musica sacra. La cantata, catalogata come BWV 177 nell’opera bachiana, è una delle sue composizioni più toccanti e spirituali. Bach ha scritto questa opera per il ventesimo domenica dopo la Trinità e l’ha eseguita per la prima volta a Lipsia nel 1726. “Ich ruf zu dir, Herr Jesu Christ” è una cantata corale basata su un inno luterano omonimo, il cui testo è attribuito a Johann Agricola. La struttura della cantata riflette il carattere penitenziale e la richiesta di aiuto spirituale. Bach, con la sua abilità compositiva, trasmette il significato del testo attraverso l’uso sapiente di armonie, contrappunti e modulazioni, creando un’esperienza musicale profondamente spirituale. La cantata si apre con un corale introduttivo che presenta il tema principale. Successivamente, Bach sviluppa il materiale musicale attraverso recitativi, arie e cori, esprimendo una varietà di emozioni legate al tema della preghiera e del pentimento. L’uso degli strumenti musicali e delle voci corali contribuisce a creare un’atmosfera intensamente contemplativa.

“Prélude, fugue et variation” (C. Franck)

“Prélude, Fugue et Variation” è una delle composizioni più celebri del compositore belga César Franck. Scritta nel 1862, questa opera è un’eccellente esempio del suo stile musicale romantico e della sua abilità nell’esplorare le possibilità espressive dell’organo. La composizione è divisa in tre sezioni distintive: il Prélude, la Fuga e la Variazione. Inizia con un Prélude lirico, che presenta un tema espressivo e cantabile. La sezione è caratterizzata da armonie ricche e cangianti, tipiche del linguaggio musicale di Franck. Il Prélude crea un’atmosfera solenne e introduttiva, preparando l’ascoltatore per ciò che seguirà. La Fuga che segue è un esempio notevole della padronanza di Franck nella composizione contrappuntistica. La complessità e la ricchezza della scrittura fughetta sono evidenti, con il compositore che sfrutta abilmente le varie voci dell’organo per creare un intreccio polifonico coinvolgente. La terza sezione, la Variazione, offre un contrasto con le sezioni precedenti. Qui, Franck presenta una serie di variazioni sul tema iniziale, esplorando diverse sfumature emotive e dimostrando la sua maestria nell’elaborare materiale tematico in modi innovativi. L’intera composizione è caratterizzata da una forte unità tematica, con il tema iniziale che riappare nelle diverse sezioni, contribuendo a conferire coesione all’opera nel suo complesso.”Prélude, Fugue et Variation” è stata originariamente scritta per l’organo, uno strumento che Franck conosceva bene, avendo svolto il ruolo di organista per gran parte della sua vita. L’opera è diventata popolare sia per le sue qualità tecniche che espressive, ed è spesso eseguita in concerti di musica classica e organistica. La genialità di Franck nel combinare tecniche compositive avanzate con un profondo senso emotivo fa sì che questa composizione rimanga un pilastro del repertorio organistico e una testimonianza della ricchezza dell’era romantica nella musica classica.

“Dumka” e “Scherzo à La Russe” (P. I. Čajkovskij)

La “Dumka” di Čajkovskij è il terzo movimento della sua celebre Suite op. 59, conosciuta anche come “Suite in stile antico” o “Suite in modo russo”. Composta nel 1886, la suite è un omaggio alla tradizione musicale russa e riflette la profonda connessione di Čajkovskij con il folclore e la cultura della sua terra natale. Il brano è strutturato come una serie di variazioni sul tema principale, ognuna delle quali contribuisce a dipingere un quadro musicale ricco e complesso. Le sfumature espressive della “Dumka” sono inoltre enfatizzate dall’uso magistrale di Čajkovskij delle dinamiche, delle armonie e delle modulazioni, che conferiscono al brano una profondità emotiva straordinaria.

Rapsodia ungherese (F. Liszt)

La Rapsodia Ungherese n. 2 in do diesis minore, S. 244/2, di Franz Liszt è una delle composizioni più celebri e emozionanti del repertorio pianistico romantico. Composta nel 1847-1849 e pubblicata nel 1851, questa rapsodia è parte di una serie di quindici pezzi che Liszt scrisse ispirandosi alla ricca tradizione musicale ungherese. La Rapsodia Ungherese n. 2 è caratterizzata da una struttura libera e virtuosistica, tipica dello stile compositivo di Liszt. Il brano si apre con un’introduzione lirica e malinconica, che successivamente si evolve in una serie di episodi ritmici e appassionati. L’uso distintivo di Liszt delle melodie ungheresi tradizionali, con i loro cromatismi e ritmi coinvolgenti, dona al pezzo un carattere vibrante e folcloristico. Dopo una sezione centrale di andamento lento, che offre un contrasto con la frenesia delle sezioni circostanti, si ha una parte finale trionfante e trascendentale. Il finale, infatti, è un tour de force virtuosistico, con Liszt che dimostra la sua abilità tecnica attraverso passaggi veloci e brillanti. Siamo certi che Shishkin sarà capace di renderla benissimo.

Sonata n.2 (A. N. Skrjabin)

La Sonata n. 2 di Aleksandr Nikolajevič Skrjabin è un capolavoro emozionante e visionario del periodo tardo romantico. Composta tra il 1897 e il 1898, riflette la transizione dell’artista russo verso l’espressionismo musicale. La sonata inizia con un impulso romantico, ma si evolve in una narrazione sonica audace e sperimentale. Le armonie caleidoscopiche, le tonalità sfumate e le evoluzioni melodiche distorte caratterizzano questo lavoro, anticipando lo stile distintivo di Skrjabin. La Sonata n. 2 rappresenta un’immersione nella mente del compositore, anticipando il suo coraggioso percorso verso l’astrazione e la sinestesia musicale.

Preludi dall’op. 23 e dall’ op.32 (S. V. Rachmaninov)

I Preludi dall’Op. 23 e dall’Op. 32 di Sergei Vasilievich Rachmaninov sono pietre miliari del repertorio pianistico del tardo periodo romantico. Composti tra il 1901 e il 1910, questi brevi capolavori catturano l’anima profonda e appassionata di Rachmaninov. Ogni preludio è un microcosmo emotivo, con melodie toccanti, armonie ricche e virtuosismo sfrenato. Dal maestoso Preludio in sol minore all’energico Preludio in si bemolle maggiore, ognuno presenta una sua identità distintiva. Queste miniature pianistiche sono espressioni intense di bellezza e struggente nostalgia, riflettendo il genio compositivo di Rachmaninov e la sua connessione emotiva con il pianoforte.

Sonata n.2 (S. S. Prokof’ev)

La Sonata n. 2 di Sergej Sergeevič Prokof’ev è un monumento dell’avanguardia pianistica del XX secolo. Composta nel 1912, questa audace opera attraversa una vasta gamma di emozioni, da momenti agitati e dissonanti a interludi più eterei. Il primo movimento, con la sua furiosa energia, è un tumulto di suoni espressivi, mentre il secondo movimento, più lirico, offre un respiro melodico. Il terzo movimento, con la sua ironia e sarcasmo, contrasta con il finale, che si chiude con una potente affermazione. La Sonata n. 2 è una dichiarazione audace dell’ingegno e della sperimentazione di Prokof’ev nel mondo della musica pianistica.

Dmitry Shishkin: tutto sul pianista russo

Dmitry Igorevich Shishkin, nato il 12 febbraio 1992, è un pianista classico russo. È noto soprattutto per aver vinto il secondo premio al XVI Concorso Internazionale Čajkovskij nel 2019. Nel 2018 ha conquistato il primo premio al Concorso Internazionale di Musica di Ginevra. Nel 2015 gli è stato assegnato anche il sesto premio al XVII Concorso Internazionale di Pianoforte Chopin. Originario di Čeljabinsk, il 12 febbraio 1992, il suo primo insegnante di pianoforte è stata sua madre, Irina Shishkina, insegnante e pianista. A due anni, poteva già suonare brevi brani, ha tenuto il suo primo concerto all’età di tre anni e si è esibito con un’orchestra tre anni dopo.

Formazione e carriera

Dall’età di quattro anni ha frequentato la Scuola di Musica Čajkovskij nella sua città natale. Dopo cinque anni, è entrato al Gnessin State Musical College di Mosca, dove ha studiato con Mikhail Khokhlov. Dal 2010 studia al Conservatorio di Mosca con Eliso Virsaladze. Nello stesso anno, ha suonato il Concerto per pianoforte n. 1 di Čajkovskij in pubblico e di fronte alle autorità statali sulla Piazza Rossa, con l’Orchestra “Virtuosi di Gnessin” diretta da Mikhail Khokhlov. Attualmente, studia con Epifanio Comis al Conservatorio Bellini e all’Accademia Rachmaninov. Ha vinto numerosi premi, tra cui il terzo premio al 59º Concorso Ferruccio Busoni (2013) e in competizioni in Russia, Cina, Germania, Bulgaria e Polonia. Ha partecipato anche al XVII Concorso Internazionale di Pianoforte “Fryderyk Chopin” (2015, sesto premio). Si è esibito con orchestre in tutta la Russia, tra cui la Moscow State Symphony e la Moscow Philharmonic, e ha suonato in Bulgaria, Germania, ex Jugoslavia, Italia, Spagna, Francia, Regno Unito, Giappone, Austria, Taiwan, Cina, Polonia e Corea del Sud. Oltre al pianoforte, compone anche. Attualmente vive in Svizzera. Il suo album del 2020 è stato recensito su Gramophone, che ha descritto l’esecuzione come “di altissimo livello, come si addice a un vincitore del primo premio a Ginevra e medaglia d’argento di Čajkovskij”.

 

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