giovedì, Aprile 25, 2024

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Levante in tour: una diva anni ’60 proiettata nel futuro

Musicaccia è stata al concerto di Levante a Catania, Caos in Teatro, e questa è la nostra recensione. levante caos tour recensione

Passato e futuro  levante caos tour recensione

Una diva degli anni 60 in un’atmosfera proiettata completamente nel futuro: questo il grande spettacolo di Levante con il suo tour. levante caos tour recensione

Quando si poteva abbozzare una critica, ecco subito che la sua voce, la scenografia o le luci, la cancellavano dando spazio allo stupore.

Le prime canzoni sono state uno spettacolo di proiezioni a ripetizione: un carosello di “wow che voce” unito a “wow che visioni”.

Perchè proprio di questo si deve parlare:

Visioni. levante caos tour recensione

Visioni del mondo interno di Levante che con grande maestria ha saputo gettare all’esterno la sua infinita classe e potenza.

Un binomio perfetto quello di magnetismo e forza che accompagna tutte le performance:
dal gioco di luci, ombre e texture che a ripetizione esaltavano la sua silouette, alle canzoni più introspettive suonate al centro di un palco che si adattava ad ogni suo movimento.

Un corpo che si spoglia di ogni carattere estetico per diventare parte del grande spettacolo:
le movenze dinoccolate hanno accompagnato ogni strumento musicale come se fossero esse stesse partitura da suonare.

Prima parte molto statica, che da spazio alla voce e alle proiezioni sui due teloni, davanti e dietro la band, per impostare il tono di tutto il concerto.
Un tono onirico, sognante, malinconico a tratti ma sempre forte, controllato e sicuro di ogni parola, ogni gesto, ogni vocalizzo.

Canzone dopo canzone nel pubblico cresce una fame musicale di avere ancora più Levante, senza barriere o mezzi digitali:
ecco che alla quarta performance, il telo su cui venivano proiettate le grafiche cade con sorpresa e sollievo di tutto il pubblico ormai famelico e lì comincia la piena potenza vocale della cantante.

Il presente

La voce di Levante è unica:
c’è molta impostazione dalle grandi dive della canzone Italiana, prima fra tutte Mina, ma con un timbro più aggressivo. levante caos tour recensione
La sua particolarità, ancora una volta, sta proprio nel saper unire la femminilità alla potenza vocale più graffiante e questa unione si ritrova anche nella sua estetica.

Linee rette che si piegano, si dimenano, ma non si spezzano mai: queste movenze sul palco hanno contribuito al “culto Levante” che non si può far a meno di avere guardando ogni esibizione.

Come è andata?

Nonostante un paio di piccoli contrattempi (che nessuno aveva notato perchè troppo concentrati a godere della visione generale) confessati dalla stessa cantante a performance conclusa, e un paio di imprecisioni iniziali che in pochi avranno colto (grazie alla disorganizzazione del pubblico che a spettacolo cominciato cercava ancora i propri posti a sedere), la prova è superata a pieni voti.

Da una canzone all’altra il ritmo (per non risultare noioso) è spezzato non tanto dalle parole della cantante (comunque molto poche e davvero imbarazzate) ma dall’alternanza di strutture e situazioni diverse. levante caos tour recensione

Dalla semplice ballata seduta al suo sgabello, imbracciando la chitarra, al ballo scatenato dei pezzi più ritmati,
dalla proiezione a 360 gradi di sogni, scene o grafiche, ai coni di luci e colori, l’alternanza ha reso impossibile adattarsi allo spettacolo continuando a suscitare stupore.

Quattro i picchi più alti dello spettacolo: “La rivincita dei buoni” con uno spettacolo di texture, luci e ombre impareggiabile; la “jam session” di “Duri come me”; la dedica ad un fan a caso e salito sul palco di “Ciao per sempre” e il finale a sorpresa di “Alfonso”.

Grande, unica, complicata: Levante si conferma un’ottima performer da teatro, da tour, da pubblico live
(e molto meno da televisione, come abbiamo visto).

Questa la scaletta della serata: levante caos tour recensione

SCALETTA

(fonte: liveunict)

Caos (Preludio)
Alfonso
Diamante
La rivincita dei buoni
Farfalle
Io ti maledico
Le lacrime non macchiano
Finché morte non ci separi
Sentivo le ali
1996 la stagione del rumore
Sbadiglio
Cuori d’artificio
Le parole che non dico mai
Non me ne frega niente
Tutti i santi giorni
Le margherite sono salve
Santa Rosalia
Io ero io
Memo
Gesù Cristo sono io

ENCORE

Ciao per sempre
Duri come me
Pezzo di me
Abbi cura di te

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