lunedì, Aprile 29, 2024

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Una porta verso l’ignoto: Maya, il nuovo album di MACE

Tre anni dopo il successo di “OBE”, MACE torna con un nuovo viaggio musicale, questa volta intitolato “MĀYĀ“. Si tratta di un’opera che si ricollega alla filosofia induista dell’inganno. Il titolo stesso evoca infatti il concetto del velo illusorio che copre la vera essenza della realtà. Con questo album, MACE traduce in musica la predica di Arthur Schopenhauer e ci invita a sollevare quel proverbiale velo, per rinunciare alla voluntas immergendoci in un viaggio sonoro. In un panorama discografico saturo di progetti che sembrano solo playlist senza una vera direzione artistica, “MĀYĀ” si distingue per la sua coesione e la ricerca sonora. Mace Maya recensione

Una collaborazione collettiva: il rito creativo di MACE

La genesi del progetto è già particolare di per sè. Più di 30 artisti si sono infatti radunati attorno a MACE per creare “MĀYĀ”, un processo che ha seguito un’antica tradizione di composizione musicale. Lontano dall’efficienza del processo creativo moderno, MACE ha guidato un rituale che ha visto musicisti di diverse generazioni e stili riuniti per oltre due settimane in una cascina toscana. Questo approccio ha permesso loro di immergersi completamente nella musica, dedicando intere giornate alla condivisione di pensieri, tempo e spazio. È stata un’esperienza che ha richiamato i tempi d’oro della creazione musicale degli anni Settanta, quando l’arte era libera da vincoli temporali e commerciali, e la ricerca era più importante del successo immediato.

Verso il cuore della musica Mace Maya recensione

Questo rituale creativo ha prodotto un’opera collettiva, dove ogni artista ha avuto la libertà di esprimere la propria visione e creatività. MACE non ha soffocato l’individualità di nessuno, ma ha agito come il direttore d’orchestra di un’opera sinfonica, armonizzando le diverse voci e stili per creare un’unica esperienza musicale. La residenza in Toscana ha permesso agli artisti di mettere da parte l’ossessione per la produttività e di concentrarsi sul cuore musica, senza la pressione di dover creare hit immediate. In questo contesto, MACE ha creato uno spazio di espressione dove il tempo non aveva bisogno di essere misurato in termini quantitativi. Non c’era fretta né ansia di dover produrre, solo il piacere di godersi il processo creativo e di lasciarsi guidare dalla musica. Questo approccio ha permesso agli artisti di esplorare nuove strade e di superare i limiti del mainstream musicale, creando un’opera che va oltre le convenzioni e che invita l’ascoltatore a un viaggio attraverso la musica e l’immaginazione.

Un viaggio attraverso i generi: la varietà di MĀYĀ

“MĀYĀ” si presenta come un viaggio affascinante attraverso una varietà di generi musicali, ognuno dei quali contribuisce a tessere la trama sonora dell’album. La capacità di MACE di mescolare e fondere stili diversi è evidente in ogni traccia, creando un collage sonoro unico e coinvolgente. Si passa dalla psichedelia all’hip-hop, dal soul al pop, senza soluzione di continuità, ma con una fluidità sorprendente. Le sedici tracce dell’album offrono una panoramica completa della ricchezza e della diversità della musica italiana contemporanea. Ogni brano è caratterizzato da una combinazione unica di strumenti e arrangiamenti, che si adattano perfettamente al mood e al tema della canzone. Ci sono momenti di pura energia, come in “VIAGGIO CONTRO LA PAURA”, dove Joan Thiele e Gemitaiz si fondono in una performance intensa e vibrante, e momenti di intima contemplazione, come in “MENTRE IL MONDO ESPLODE”, dove Marco Castello ed Ele A dimostrano una sorprendente malleabilità artistica. Mace Maya recensione

Pluralità di voci Mace Maya recensione

La varietà degli artisti coinvolti nell’album aggiunge ulteriore profondità e interesse alla sua proposta musicale. Dai veterani del panorama musicale italiano ai talenti emergenti, ogni artista porta il proprio contributo unico alla tavolozza sonora di “MĀYĀ”. La voce affascinante di Altea in “Solo un uomo”, la poetica armonia di Marco Castello ed Ele A in “MENTRE IL MONDO ESPLODE”, il lato gospel di Fulminacci in “MAI PIÙ”, sono solo alcune delle sfaccettature della vasta gamma di suoni e stili presenti nell’album. Mace Maya recensione

Una sfida al mainstream: la visione di MACE

“MĀYĀ” non è solo un album musicale, ma anche una dichiarazione d’intenti controcorrente nel panorama musicale italiano. Quasi un manifesto di poetica, come si usava ai tempi di Marx o di Marinetti. MACE non si accontenta di seguire le tendenze del momento o di cercare facili successi commerciali, ma aspira a creare un’opera che vada oltre le aspettative del pubblico e delle etichette discografiche. La sua visione si allontana dalle dinamiche del mercato musicale attuale, che spesso premia la semplificazione e la ripetizione a discapito della ricerca e dell’innovazione.

La sfida Mace Maya recensione

Con “MĀYĀ”, MACE si propone di sfidare il mainstream italiano, proponendo un’alternativa che valorizzi la creatività e la diversità della musica. Questo non significa necessariamente essere di nicchia o avanguardia, ma piuttosto offrire un approccio autentico e innovativo alla produzione musicale, capace di coinvolgere un vasto pubblico senza rinunciare alla complessità e alla profondità artistica. L’album si distingue per la sua coerenza stilistica e la sua varietà sonora, che riflettono l’ampio spettro di influenze e stili presenti nella scena musicale contemporanea. MACE non ha paura di osare e di sperimentare, abbracciando generi musicali diversi e mettendo insieme artisti di diverse generazioni e background.

Qualità, non quantità Mace Maya recensione

In un’epoca in cui la musica sembra essere sempre più orientata verso la riproduzione di formule vincenti e il raggiungimento di risultati immediati, “MĀYĀ” si presenta come un’opera che invita a riflettere e a esplorare nuove direzioni. È un invito a togliere il velo dell’illusione e a scoprire la vera essenza della musica, attraverso un viaggio che porta l’ascoltatore oltre le convenzioni e le aspettative del mainstream.

Musica e filosofia? Le strade aperte da MACE

Il nuovo progetto di MACE è un ottimo spunto di riflessione sul legame tra musica e filosofia. Legame che, nella contemporaneità, è tanto intrigante quanto spesso trascurato. La musica, veicolo senza parole di emozioni e pensieri, ha già in sè la filosofia nell’esplorare la condizione umana e il mondo circostante. La stessa pratica musicale può essere vista come un’attività filosofica, richiedendo una riflessione critica e una ricerca di significato.Allo stesso tempo, la filosofia offre un contesto interpretativo per comprendere la musica e la sua funzione nella società. Teorie estetiche e concetti filosofici forniscono strumenti per analizzare la natura dell’arte musicale e il suo impatto culturale. Urge in questo senso un ripassino su Nietzsche, ma anche Schopenhauer, ma anche Pitagora e Aristotele. Infine, l’ascolto attento della musica può supportare l’esperienza filosofica, stimolando la riflessione e la contemplazione su questioni di esistenza e significato.

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