venerdì, Marzo 29, 2024

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#Nonditesolorock Grunge: dopo Chris Cornell cosa ci resta?

Se si pensa al grunge, un genere alternative rock, vengono subito in mente le rime dure, i suoni sporchi, l’abbigliamento trasandato.

Il grunge, tra i scomparsi Kurt Cobain e Chris Cornell

Tra gli esponenti principali, non si può non citare Kurt Cobain, scomparso nel 1994, il quale insieme ai Nirvana, la band più famosa del genere, ha portato questo genere al successo commerciale planetario.

Il merito lo si deve proprio alla pubblicazione, nel 1991, di Nevermind, il secondo album della band dello stato di Washington. Ecco la svolta. I brani presentano tratti maggiormente orecchiabili, più vicini al pop rispetto ai singoli dei loro predecessori.

In particolare, il brano Smells Like Teen Spirit, grazie anche al contributo dell’emittente televisiva MTV, divenne ben presto il simbolo di questo stile e l’inno di intere generazioni di adolescenti.

Seattle ha dato i natali anche ad un’altra celebre band, i Soundgarden. Nata nel 1984, ha attraversato tre decadi con il suo mix di heavy metal e punk, rimanendo alla ribalta fino ai giorni nostri. Dopo lo scioglimento nel  1997, si riunisce nel 2010, tornando a suonare in tour fino a quest’anno.

Purtroppo però nella notte tra il 17 e il 18 maggio scorsi, il cantante Chris Cornell si toglie la vita dopo un concerto a Detroit. Subito dopo la tournée viene annullata dai restanti membri del gruppo.

Le caratteristiche culturali e stilistiche

Ma, oltre a queste pesanti perdite, adesso cos’è il grunge? Utile però è prima chiarire quale siano le caratteristiche specifiche del genere.

Innanzitutto, il termine grunge è una derivazione dell’aggettivo urbano grungy con il significato di “sporco”.

Questo termine si rifà sia all’aspetto prettamente tecnico che culturale. Il grunge infatti è fortemente radicato all’interno della società americana della fine degli anni ’80, dilaniata da piaghe quali la povertà, la disoccupazione, il degrado giovanile e soprattutto la droga.

In particolare, la città di Seattle detiene il primato del consumo di eroina e in questo contesto una vasta fetta di giovani danno vita ad una delle più fertile scene musicali statunitensi.

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I gruppi prodotti mescolano varie influenze derivate dal rock. Dall’heavy metal al punk, dall’hardcore all’hard rock.

Finiti i luccichii, gli eccessi e i colori variopinti di gran parte degli anni ’80, l’oscurità e l’inquietudine la fanno da padroni. I ritornelli sono letteralmente urlati.

I temi riguardano spesso il mal di vivere, il dolore interiore, la ribellione verso una società omologata e conformista. Il tutto non è trattato solo con rabbia ma spesso con un’amara ironia che rende il genere quasi grottesco.

Facile riconoscere, esteticamente parlando, i musicisti e i fan grunge. Ragazzi con i capelli lunghi, jeans strappati, le Converse usate ai piedi, le t-shirt vissute e le camicie di flanella a quadri, tipiche dei taglialegna americani.

Oltre i Nirvana c’è di più

C’è chi sostiene che il suicidio di Cobain abbia determinato la morte totale del grunge. Ma in realtà, nonostante il declino del genere, alcune band con diverse influenze, sono sopravvissute agli anni che passano e all’abuso di droga.

Un degno esempio sono sicuramente i Pearl Jam, anch’essi nati nella Seattle degli anni ’90.

Nel 1991 viene pubblicato Ten, il loro primo album. I Pearl Jam si distaccano un po’ dal grunge dei Nirvana. I loro testi sono maggiormente intimisti, strizzando di continuo l’occhio al rock tradizionale anni ’70, mantenendo la stessa energia melodica. Ecco uno dei brani più famosi contenuto nel loro album d’esordio:

Eddie Vedder, voce e chitarra, e il resto dei componenti, nonostante il loro atteggiamento anticonformista, continuano ad incantare intere platee. Nel 2013 infatti è uscito il loro decimo album, Lightning Bolt.

Con riferimenti al metal, gli Alice in Chains sono accomunati con i gruppi precedentemente nominati quasi esclusivamente per le loro origini, Seattle, e i temi introspettivi e spesso delicati dei loro testi.

La loro carriera si distingue in due diversi momenti. L’esordio nel 1990 con il primo LP, Facelift, da cui venne estratto il noto singolo Man in the Box, il cui video fu trasmesso con successo da MTV.

E successivamente il lento declino causato dalla dipendenza dall’eroina di Layne Staley, voce e chitarra, sfociata poi nella morte nel 2002.

Nel 2006 però con la presenza di una nuova voce ossia, William DuVall, ritornano sulle scene, sfornando altri due album, di cui  The Devil Put Dinosaurs Here nel 2013. 

 

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