sabato, Luglio 27, 2024

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Sanremo 2023: le pagelle della seconda serata

Cantanti Sanremo 2023 pagelle

Will – Stupido (Voto 5)

La canzone è orecchiabile e lui, nonostante la sua giovane età, sembra trovarsi a suo agio sul palco dell’Ariston. Per il resto però Stupido è alquanto dimenticabile e la sua performance non incide. Sanremo 2023 pagelle

Modà – Lasciami (Voto 5,5)

Avete presente l’intera discografia dei Modà? Ecco, ascoltando Lasciami avrete come una forte sensazione di Déjà vu. La performance di per sé è ottima, ma è triste vedere un gruppo così navigato non riuscire a evolversi. Il tema della canzone, in ogni caso, colpisce e racconta il dramma interiore di Kekko.

Sethu – Cause perse (Voto 5,5)

Il ragazzo non avverte la pressione di cantare su un palco importante come quello dell’Ariston e porta una canzone, Cause perse, movimentata e frenetica. A parte questo, la canzone fatica a rimanere impressa.

Articolo 31 – Un bel viaggio (Voto 7)

Certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano. Un bel viaggio è il primo inedito degli Articoli 31 a distanza di vent’anni. Un pezzo molto radiofonico ma soprattutto nostalgico, che esprime l’amarezza del tempo che passa. Reunion promossa.

Lazza – Cenere (Voto 7,5)

Fin qui quest’edizione di Sanremo sembrava priva di quel “tormentone” che contraddistingue ogni edizione del Festival. Poi è arrivato Lazza con Cenere, un pezzo dalle sonorità contemporanee contraddistinto da una performance quasi perfetta.

Giorgia – Parole dette male (Voto 6-)

Parole dette male è una canzone indubbiamente interessante, con accenni a sonorità Minimal e R&B. A parte questo, però, Giorgia sembra non reggere la pressione e la performance non è delle migliori, anzi. In generale, da un’artista del genere ci si aspettava decisamente di più.

Colapesce Dimartino – Splash (Voto 9)

Per quanto sia difficile parlare di oggettività per quanto concerne il mondo della musica, Splash di Colapesce Dimartino è probabilmente il pezzo migliore di quest’edizione di Sanremo. Una canzone ironica e malinconica, un pop retrò affascinante e travolgente.

Shari – Egoista (Voto 6)

Look a parte, Shari con Egoista fa un buon debutto sul palco dell’Ariston. La performance è stata in parte rovinata dall’emozione, ma per il resto il pezzo è interessante e la voce di Shari è indubbiamente bella.

Madame – Il bene nel male (Voto 7,5)

Madame è senza alcun dubbio una delle realtà più interessanti della musica italiana contemporanea, e Il bene nel male conferma ciò. Una grande interpretazione unita a una canzone tra le più originali e interessanti di quest’edizione del Festival di Sanremo.

Levante – Vivo (Voto 7)

Levante porta sul palco dell’Ariston un tema poco trattato, ossia la depressione post-parto. Forse la performance non è delle migliori, ma di fronte un pezzo così personale, sentito ed emozionante è difficile non rimanere coinvolti.

Tananai – Tango (Voto 8)

Forse la più grande sorpresa di quest’edizione di Sanremo. Dopo la pessima esperienza dello scorso anno, Tananai sembra rinato e porta sul palco una performance impeccabile. La canzone di per sé è una ballad romantica poco originale, ma va premiato il processo di crescita avuto dal cantante in un solo anno.

Rosa Chemical – Made in Italy (Voto 7,5)

Per quanto in molti parleranno dello stravagante look portato sul palco dall’artista, Made in Italy è una canzone che parla di fluidità di genere e sesso libero con ironia e potenza. In un mondo dove la “diversità” è ancora concepita come un errore, canzoni del genere possono solo fare bene.

LDA – Se poi domani (Voto 5)

LDA dimostra come non bisogna essere originale per incidere. Se poi domani non è per niente originale, e anzi sembra una canzone scartata da Ed Sheeran. Ma come detto non è importante essere originali, quanto riuscire a splendere con la propria performance. LDA ci riesce? No. Ma almeno non distrugge il palco a causa dei problemi tecnici.

Paola & Chiara – Furore (Voto 5-)

Sarebbe stata l’occasione perfetta, per Paola & Chiara, di tornare in auge dopo tutti questi anni con un pezzo originale e sperimentale capace di sorprendere tutti. Invece le due portano Furore, un pezzo che urla anni ’90 da tutti i pori. Quando non ci si vuole mettere in gioco e si punta sull’usato sicuro.

Conduttori e ospiti

Amadeus (Voto 7,5)

A parte alcuni momenti di certo non facili da gestire (come la sfuriata di Blanco o la performance di Fedez) fin qui è stata un’edizione tranquilla e Amadeus ormai è perfettamente a suo agio sul palco dell’Ariston dopo quattro edizioni in veste di conduttore.

Gianni Morandi (Voto 8)

Sempre autoironico e sorridente, Gianni Morandi fa il suo ingresso con la scopa in mano, citando quanto avvenuto la sera prima dopo la sfuriata di Blanco. A parte qualche gaffe, è una presenza importante in quest’edizione del Festival di Sanremo. Dispiace che ci sia poco spazio per lui come co-conduttore, ma si è rifatto con l’esibizione al fianco di Al Bano e Ranieri.

Francesca Fagnani (Voto 10)

Semplicemente incredibile, sembra essere nata per calcare il palco dell’Ariston. Elegante, ironica, spigliata e perfettamente a suo agio. Inoltre porta sul palco un monologo su un tema poco trattato, ossia le condizioni delle carceri minorili. Un ottimo monologo, per nulla banale e ben interpretato. Rispetto alla Ferragni ci troviamo in un’altra galassia.

Gianni Morandi – Massimo Ranieri e Al Bano (Voto 9)

Nonostante la loro età, i tre mettono sul palco una forza e un’energia fuori dal comune. Tre leggende della musica italiana insieme per la prima volta in trio. I tre che si beccano (meritatamente) la standing ovation, e chissà se non li rivedremo insieme in occasione di un tour.

Drusilla Foer e Pegah (Voto 8)

Il monologo forse è un po’ freddo e didascalico, ma il messaggio che ci sta dietro è senza alcun dubbio nobile e d’impatto. È inaccettabile che ancora oggi discorsi legati all’orientamento sessuale e alla libertà della donna in certi paesi siano tabù.

Black Eyed Peas (Voto 6-)

Gli anni d’oro del gruppo sono finiti da un po’ e si vede. Nonostante questa realtà, la loro presenza sul palco dell’Ariston dà la giusta carica emotiva per affrontare il resto della serata con il piglio giusto.

Fedez (Voto 8,5)

A prescindere da quello che si possa pensare di Fedez come artista, è indubbio che l’autore non si sia mai fatto problemi a combattere certe battaglie mettendoci la faccia. Questa sua esibizione, dove mette in mezzo il cancro, Gianluca Vialli e Salvini, dimostra questa realtà unita anche a una performance tecnicamente precisa.

Angelo Duro (Voto 3)

Un intervento che sarebbe dovuto essere trasgressivo e che avrebbe dovuto sconvolgere il pubblico, ma quello che rimane è solo tanto silenzio di fronte a un siparietto vuoto. Per essere trasgressivi non basta un dito medio e qualche parolaccia. I comici anticonformisti sono altri.

E voi cosa ne pensate? Fateci sapere la vostra con un commento e continuate a seguirci su Musicaccia!

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