“Terra e Terra”, il nuovo singolo del duo indie/trip-hop Not a sad story composto da Daniele Stagno e Filippo Cimino, è uscito venerdì 9 maggio. Questo brano è un viaggio tra confini emotivi e paesaggi interiori che offre immagini urbane e riverberi mediterranei e fonde beat trip-hop e suggestioni cinematografiche. In occasione di questa uscita abbiamo avuto l’occasione di intervistarli per conoscere meglio il loro progetto. Not a sad story nuovo singolo
Benvenuti ragazzi! È appena uscito “Terra e terra”, il vostro nuovo singolo. Titolo potente. Cosa significa per voi?
D. Ciao a tutte e tutti! Intanto possiamo dire di essere molto felici di come sia stato accolto questo brano e che si percepisca “potenza” anche solo dal titolo. Per noi è sempre molto importante restituire delle immagini attraverso la scrittura, immagini che comunque fanno parte del nostro quotidiano. Abbiamo trent’anni e viviamo gli stessi problemi di tanti coetanei, solo che proviamo a risolverli aprendoci attraverso la musica. Credo che questo brano segni anche una maturazione personale e la consapevolezza delle proprie storie.
F. Ci sarebbe tanto da dire su cosa sia per noi “Terra e Terra”, considerando l’arco temporale che ci divide dall’ultima pubblicazione. Significa consolidamento lavorativo, non solo tra me e Dani ma anche con Roberto Cammarata. Significa guardare oltre l’elettronica, un passo in più verso una visione più chiara di quello che è stato fatto e che stiamo facendo. C’é poi un ingranaggio nuovo che riguarda sicuramente l’aspetto testuale, già da un pò di tempo lavoriamo insieme alla stesura dei testi. T.e.T. è il primo di una serie di lavori scritti a quattro mani ed una delle tante chiavi di lettura potrebbe essere proprio questa collisione tra due orizzonti, due terre. Not a sad story nuovo singolo
Il brano ha un sound quasi percussivo e colpisce per la sua fisicità. È un pezzo che si sente quasi sotto i piedi. Da dove nasce questa scelta?
D. Sicuramente in questo tempo abbiamo ascoltato e letto tanto, cercando spunti da qualcosa di “meno confezionato”. Io ad esempio ho approfondito molto la musica francese, tipo i Noir Desir e mi piaceva tantissimo l’idea di ritornare alla musica “suonata” utilizzando l’elettronica non più come elemento centrale, ma che fosse a serviziodella canzone. C’è tanto merito di chi lo ha prodotto insieme a noi (Roberto Cammarata) e chi lo ha suonato (Giusto Correnti). C’è qualcosa di primordiale in questo brano, che scuote dentro il mio petto una sensazione di trasporto, sia emotivo che fisico.
F. Fin da subito il brano presentava e richiedeva una certa fisicità; nel ritmo, nel groove generale e nel marasma di sample. Da tempo si discuteva di implementare il sound con qualche collaborazione, pertanto abbiamo chiesto ad un caro amico e batterista eccezionale come Giusto Correnti una mano che potesse dare ancor più testa e muscoli a questo lavoro, il suo contributo è stato altissimo e noi lo ringraziamo ancora.
“Terra e terra” sembra un brano che nasce da un’urgenza. C’è stato un momento preciso che vi ha ispirati a scriverlo? Not a sad story nuovo singolo
F. Tutto quello che abbiamo fatto fino ad oggi nasce da un’urgenza. Interiore, spirituale, poetica e a volte niente di tutto questo. Non c’è stato proprio un momento preciso ma più un percorso che ci ha portati a questa forma. Il brano, nella sua interezza, è stato visto e rivisto più volte prima del mix, sia nel testo che nell’arrangiamento
D. Se devo essere onesto non riesco ad immaginare una nostra canzone senza questa attitudine: per noi scrivere è una necessità. Non ci siamo mai seduti a tavolino per seguire una strategia o per sviluppare un concept album (ride). Non conosco un modo migliore per esprimere il mio malessere o uno stato di gioia e le nostre vite negli ultimi anni sono state segnate da collisioni con nuove realtà e probabilmente abbiamo imparato a farle diventare stimoli piuttosto che pretesti per lamentarci. “Terra e Terra” mi piace tanto perché è piena di domande ed è anche quello che ultimamente cerco durante l’ascolto di una nuova canzone.
Che legame intercorre tra il vostro modo di fare musica e la vostra città? Che ne pensate della scena musicale palermitana?
D. Ci siamo resi conto che questo legame salta fuori senza farci caso, crediamo quindi che faccia parte della meridionalità che ci portiamo dentro. In questo brano le immagini di alcuni paesaggi sono molto riconducibili a quello che ci circonda; il mare, la sua energia, il ritmo tribale dei nostri mercati o i colori del cielo alle 9 di sera in questo periodo stagionale. Della scena palermitana siamo prima di tutto dei fan, poi tutto il resto. Ci rallegra vedere il fermento musicale di questi ultimi tempi e credo che si siano fatti dei grossi passi in avanti in questa città. È un luogo che non nasconde certo le sue criticità, ma c’è anche tanto impegno da parte di amici, artisti e operatori del settore per mantenere vivo lo spirito di condivisione e aggregativo che la musica è capace di regalare.
Dove porterà questa direzione sonora? Avete in cantiere un disco?
F. Terra e Terra è solo un granello, c’è ancora tanto da dire e da fare, un album sarebbe la scelta più ovvia, ma potremmo anche valutare altre soluzioni.
D. Non ci siamo posti limiti o direzioni precise, la scrittura di queste nuove canzoni ci ha fatto capire che abbiamo sete di scoperta, sia musicale che intellettuale. Se ascolti una nostra playlist non è difficile trovare un brano di Piero Ciampi e subito dopo quello di Joji (ride). I brani per un potenziale disco ci sono, ma è anche vero che vogliamo fare le cose per bene, lavorando con dedizione, qualità e professionalità. Risorse che per un progetto indipendente come il nostro richiedono tanti sforzi e sacrifici, siamo stati anche molto fortunati ad incrociare nel nostro cammino figure di riferimento come Roberto e possiamo garantire che questo può fare la differenza. Siamo stati felici inoltre del riconoscimento ricevuto tramite Musicultura e speriamo di incrociare altre realtà che possano dare una mano al progetto!
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